SABRINA GHIDELLI
Psicologa Psicoterapeuta

Se ti chiedessi come va la tua vita cosa mi risponderesti?

E se ti chiedessi com’è stata la tua vita fino ad oggi cosa mi diresti?

 

Alcune persone avranno risposto in modo positivo, dicendo che la loro vita va molto bene.

Altre avranno risposto in modo realistico, riflettendo sul fatto che hanno attraversato alti e bassi, ma in fin dei conti la loro vita sta andando nella direzione giusta.

Poi c’è un’ultima categoria di persone, che sicuramente avrà risposto che non sono soddisfatte della loro vita e che questa è sempre stata tappezzata di difficoltà e sfortune. Ti suona familiare?

 

Sei una persona che si autocommisera?

La tendenza a “piangersi addosso” sostenendo che la propria esistenza è complicatissima e che non va mai bene nulla si chiama autocommiserazione, la cugina di primo grado del pessimismo, ma la cui differenza sostanziale risiede nel bisogno di condividere costantemente i propri vissuti negativi, col resto del mondo.

 

La autocommiserazione è uno stato d’animo che spinge la persona che ne soffre a:

  • vedere il mondo con pessimismo;
  • assumere il ruolo di vittima.

 

Attenzione, perché chi si autocommisera non è consapevole di questa sua caratteristica, al contrario! Il problema principale dell’autocommiserazione è il fatto che chi ne soffre è talmente convinto di ciò che pensa, che è per lui molto difficile se non impossibile assumere una visione obiettiva e realistica di ciò che gli succede.

 

Ecco le 7 caratteristiche di una persona che si autocommisera:

 

  • LETTURA SOGGETTIVA: la persona non si relaziona a qualcosa di obiettivo e realistico, ma si lega ad una lettura soggettiva e personale di ciò che accade;
  • PESSIMISMO: assume costantemente un atteggiamento negativo e pessimistico nei confronti della realtà esterna;
  • RIGIDITÀ: ha una visione rigida della realtà, le cose devono andare come dice lui;
  • NEGATIVITÀ VS OTTIMISMO: è incapace di cogliere gli aspetti positivi di ciò che gli accade, perché questi sono offuscati da quelli negativi;
  • PROFEZIE CHE SI AUTOAVVERANO: alimenta un circolo vizioso di profezie che si autoavverano: quando temo fortemente che qualcosa si verifichi, questa paura condizionerà il mio comportamento favorendone la realizzazione;
  • INCONSAPEVOLEZZA: la persona non è consapevole di starsi autocommiserando;
  • RICERCA DI UNA VITTIMA: chi si autocommisera ha bisogno di una “vittima” che lo ascolti e che sostenga questo suo bisogno di lamentarsi.

 

Alcuni esempi per comprendere meglio:

 

es A: Luca esce con una ragazza e nella sua mente pensa “sono sempre stato sfortunato con le donne, anche con questa nuova ragazza andrà male”. Va all’appuntamento e con questa ragazza nasce un feeling. A fine serata però la ragazza riceve una telefonata che la costringe ad interrompere l’incontro anticipatamente. Luca telefona ad un suo amico lamentandosi di quanto la sua vita sia sfortunata, di quanto le cose gli vadano sempre male, di quanto nulla vada mai come desidera… Dimenticandosi del feeling nato con la ragazza e trascurando quindi l’aspetto positivo della situazione.

 

es.B: Anna si reca all’Università a dare un esame per il quale ha studiato tanto, ma non tantissimo. Mentre è in attesa di essere chiamata all’appello, incontra una sua collega di corso, molto preparata, con cui inizia a ripassare. È il suo turno, fa l’esame con un assistente e prende 25, la sua collega che lo fa con il professore prende 30. Uscita dall’aula Anna passerà i successivi 30 minuti al telefono con la madre lamentandosi di quanto sia stata sfortunata a capitare con l’assistente, certa del fatto che se avesse fatto l’esame con il Professore avrebbe preso anche lei 30. Si lamenta quindi di quanto sia dura la vita con lei, di quanto sia sfortunata, di quanto i suoi sforzi non vengano mai ripagati e così via.

 

Cosa posso fare per migliorare?

Se ti sei rivisto in questa descrizione sicuramente puoi migliorare il tuo stile di vita e tornare a sentirti padrone di ciò che ti accade ma, con l’aiuto di un professionista, il percorso sarà molto più rapido e definitivo.

Nel frattempo ecco alcuni consigli per gestire il problema:

  1. SII OBIETTIVO. Sei proprio sicuro che la tua lettura di quella determinata circostanza sia realistica, o potresti involontariamente averla distorta?
  2. SII FLESSIBILE. È impossibile controllare tutto! Spesso anche se pensiamo che l’unico modo per essere felici sia fare “quadrare le cose”, in realtà vive meglio chi si accontenta e prende la vita per quella che è, senza volerla a tutti i costi cambiare.
  3. SII ONESTO. Sei proprio sicuro che la tua vita sia così terribile oppure la stai peggiorando inconsciamente per alimentare il tuo bisogno di vittimismo?

 

 

Se desideri farmi una domanda, hai una curiosità rispetto al mio lavoro o desideri fissare un primo colloquio CONTATTAMI, sarò felice di poterti aiutare.

“Siamo nati piangendo, viviamo lamentandoci, e moriamo delusi.”

THOMAS FULLER

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