“Al tuo posto io avrei…”
Imparare ad ascoltare senza giudizio
Quante volte abbiamo pronunciato questa frase? Nella maggior parte dei casi lo facciamo in buona fede, pensando di aiutare la persona che si sta confidando con noi. Tuttavia, in realtà non solo non la aiutiamo, ma la facciamo sentire incompresa e sbagliata.
Le esperienze personali sono uniche
Ciascuno di noi ha un bagaglio di esperienze, modi di essere, valori e limiti che ci rendono ciò che siamo. Dire a qualcuno “al tuo posto avrei” significa non considerare che la sua esperienza di vita e la lettura che fa delle situazioni è diversa dalla nostra e va rispettata. Ogni individuo percepisce e reagisce agli eventi in maniera unica, influenzato dal proprio passato, dalle proprie emozioni e dai propri valori. Ignorare questa unicità equivale a negare la complessità dell’essere umano.
Il rischio di giudicare
Quando diciamo “al tuo posto avrei…”, rischiamo di far sentire l’altro giudicato e inadeguato. La nostra intenzione può essere quella di offrire una soluzione, ma spesso si traduce in un giudizio implicito. La persona si sente come se le sue scelte fossero sbagliate, aumentando il suo malessere anziché alleviarlo. Questo atteggiamento può creare una distanza emotiva, facendo sentire l’altro ancora più solo nel suo problema.
La soluzione?
Imparare ad ascoltare profondamente l’altro è possibile, bisogna però esercitarci piano piano. Ecco due consigli pratici per iniziare a sintonizzarti maggiormente con i bisogni dell’altro, ed evitare così di essere giudicante:
- ASCOLTO EMPATICO: La prossima volta che ti succede, fermati e prova a sintonizzarti sul vissuto dell’altro. Anziché parlare, chiediti: “Cosa lo ha spinto ad agire in quel modo? Quali esperienze del suo passato lo hanno portato ad assumere quel comportamento, anche se sembra sbagliato?”. Questo tipo di riflessione ti permette di avvicinarti al punto di vista dell’altro, favorendo una comprensione più profonda e autentica.
- SUPPORTO SILENZIOSO: Da amico, cosa puoi fare per alleviare il suo malessere senza farlo sentire sbagliato o giudicato? Spesso, la risposta non viene immediatamente. E va bene così. In quei momenti, il silenzio può essere potente. Rimani in ascolto e offri comprensione e supporto in silenzio. L’empatia non richiede parole, ma presenza. Un ascolto attento e una presenza empatica possono fare la differenza, offrendo all’altro uno spazio sicuro dove sentirsi accettato e capito.
Conclusione
Ricorda, ogni volta che sei tentato di dire “al tuo posto avrei…”, fai un passo indietro. Riconosci la complessità e l’unicità dell’altro. Offri il tuo ascolto e la tua comprensione senza giudizio. Solo così potrai davvero aiutare chi si confida con te, creando un legame di empatia e rispetto.
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